Per la decima edizione di Next, rassegna curata da Amici dei Musei Siciliani, Rori Palazzo ricrea la Natività. mantenendo tema e dimensioni del perduto capolavoro di Caravaggio.
L’artista rappresenta insieme i tre momenti di passaggio della vita di Cristo: nascita, morte e resurrezione. La fonte in marmo bianco che costituisce la base della composizione è al tempo stesso ventre e sepolcro. La donna rappresentata è un ibrido tra Maria e Maddalena, due figure femminili centrali nella vita di Cristo: l’una è madre, e quindi origine di vita; l’altra, seguace appassionata e apostola prediletta, è colei che unge il corpo del Signore dopo la Crocifissione e prima testimone della Resurrezione.
Nell’unione di queste due figure femminili, Rori Palazzo mette in scena una Natività mistica che va al di là del concetto di genere poiché la divinità non concepisce il limite ma è in continua evoluzione. Così la creatura che nasce si eleva verticalmente, in un’ascensione naturale che rimanda all’esistenza ciclica dell’albero della vita. Nasce e muore nello stesso tempo, come ci dicono le spalle contratte e il pianto, prefigurazione della morte. L’intera composizione nella sua struttura piramidale evoca, infine, la trascendenza, riferimento esplicito alla resurrezione e all’ascesa in cielo.
L’architettura dell’immagine è costruita attraverso un naturale incastro di forme che, insieme, danno vita a un unico movimento, solido e fluido al contempo. Le figure si stagliano su un bianco abbacinante, metafisico che le contiene; solo un velo di ombre resta a testimoniare la loro esistenza anche terrena.
Un’opera di grande impatto visivo che rimanda ad un’iconografia arcaica, mitologica ma resta attuale per la forza spiazzante degli accostamenti e la bellezza incisiva degli elementi che costruiscono la scena.
di Giulia Ingarao e Alessandra Bucchieri